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La
festa di San Giuseppe in Molise: tavolate, altari
e fuochi.
Una tradizione religiosa da custodire |
In
regione, 18 marzo 2015
La
celebrazione della festa di San Giuseppe in Molise è una
delle ricorrenze che conserva un sapore antico. Una
tradizione nata prima del 1600 che numerosi paesi della
regione festeggiano il 18 e il 19 marzo.
In alcuni paesi come Roccavivara è invece ripetuta il 1
maggio, stessi preparativi ma con pietanze a base di
carne. Una tradizione presente sul territorio che vede
altari addobbati, tavole bandite, piccoli falò, canti e
preghiere. Le tavolate di San Giuseppe sono tipiche di
questa festa. Sono allestite dalle famiglie devote del
luogo che preparano e distribuiscono cibi offrendoli a
tutta la comunità.
Il piatto tipico è la pasta con la mollica, una ricetta
di origine meriodionale preparata con ingredienti poveri.
Proprio dalla povertà di questa pietanza nasce l’usanza
di mangiare spaghetti o bucatini con le mani, come si
faceva un tempo. Vengono preparate due tavole, alla prima
vi partecipano come commensali un vecchio, una vecchia e
un bambino che simboleggiano la Sacra Famiglia. Alla
seconda possono partecipare tutti, senza chiedere il
permesso e ringraziando il Santo. Tredici di solito le
portate che vengono offerte, piatti a base di legumi e
altri ingredienti poveri dell’alimentazione come
fagioli, piselli, verdure e dolci tradizionali quali i “caveciuni”
e “screppelle”.
Altro elemento tipico della celebrazione è l’altare.
Solitamente allestito in un angolo della casa, costituito
dall’immagine del Santo, addobbato con tessuti colorati
e con piante, fiori e grano in segno di devozione.
Alcuni paesi come Santa Croce di Magliano e Venafro
preparano anche dei piccoli falò nei rioni, nelle
contrade e nelle piazze principali. Attorno a questi
fuochi si veglia per tutta la notte consumando cibi e
bevande povere. Mentre le donne cucinano in casa gli
ospiti pregano e in alcuni paesi si canta accompagnati
dalla musica delle fisarmoniche e da canti popolari. L’atmosfera
durante la festività è carica di emozioni. Per secoli
questo rito domestico ha portato la liturgia dalla Chiesa
nelle case.
“C’è da chiedersi fino a quando potremo godere dei
benefici offerti in occasione di questa festa da queste
donne semplici e generose. Bisogna continuare e preservare
questa tradizione che resta una specie di gioiello da
custodire ad ogni costo”. Così scriveva negli anni ‘50
Francesco Iovine nel suo Viaggio in Molise, oggi a
distanza di 70 anni la festa di San Giuseppe rappresenta
una delle tradizioni regionali che il Molise porta avanti
ancora con grande amore e semplicità.
di
MARINA BUCCI
fonte:
www.ilgiornaledelmolise.it
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