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 Tradizioni natalizie del Molise: la suggestiva faglia di Oratino  

Oratino, 10 dicembre 2012

Le tradizioni natalizie molisane sono numerose e molto suggestive. Dopo avervi parlato della famosa ‘ndocciata di Agnone è ora di parlarvi di una tradizione molto simile, che ha in comune con essa il culto del fuoco e che allo stesso tempo si differenza per diversi aspetti. Mi riferisco alla suggestiva faglia di Oratino, uno dei borghi più belli del Molise, che ospita la sera del 24 dicembre un turbinio di scintille, musica e riti tradizionali.

Tradizioni natalizie molisane: la faglia
La faglia di Oratino ha origini contadine e oltre a celebrare il tradizionale culto del fuoco, in comune con la ‘ndocciata, va anche a festeggiare la nascita di Gesù Bambino, arricchendosi quindi anche di un significato religioso.
A differenza della ‘ndocciata però, nella quale le ‘fiaccole sono numerose, in occasione della faglia viene costruito un unico grande cero, fatto di canne secche ed alto quasi 13 metri, il quale viene trasportato a spalla dall’ingresso del paese fino alla Chiesa Madre da circa 40 oratinesi, e incendiato di fronte alla folla.

La faglia di Oratino secondo la tradizione
Tra le tradizioni natalizie del Molise, quella della faglia è sicuramente tra le più antiche ed impegnative. Anni fa ci si iniziava ad organizzare con largo anticipo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca delle canne, un materiale prezioso che non era facile reperire e che, spesso e volentieri, veniva trafugato durante pericolose spedizioni notturne nei vigneti delle zone circostanti.
Dopo averle raccolte venivano trasportate a mano e depositate in un luogo sicuro, che solo in pochi conoscevano. A questa fase seguiva poi la costruzione vera e propria della faglia, realizzata generalmente nelle fredde notti di dicembre, con l’aiuto di buon vino caldo e zuccherato. Le canne venivano battute e confezionate, fino a formare un denso cilindro, tenuto fermo da cerchi di legno.
Tutto questo richiedeva non solo una notevole forza fisica e l’uso di strumenti particolari come il “partiell“, ma anche una grande maestria da parte di chi si cimentava in questa impresa. Si riteneva inoltre, che più grande e lunga fosse la faglia, tanto più abbondante sarebbe stato il raccolto del nuovo anno che stava per arrivare.
Una volta completata la realizzazione della faglia, la sera della Vigilia, circa 40 uomini provvedevano a trasportarla a spalla in gruppi di due, partendo dall’ingresso del paese per arrivare alla Chiesa Madre, preceduti e confortati da un gruppetto di musicanti impegnati in una marcetta popolare. Durante il tragitto era fondamentale il ruolo del Capofaglia, ovvero colui che saliva in piedi sulla grande torcia e ne guidava il cammino, urlando frasi derisorie nei confronti di chi aveva subito il furto delle preziose canne.
Giunti davanti alla Chiesa seguiva un altro momento delicatissimo, ovvero l’innalzamento della faglia. Anticamente veniva issata con il semplice aiuto di scale e corde di canapa, una procedura faticosa e anche abbastanza rischiosa. Una volta posizionata verticalmente e dopo averne ammirato la grandezza, quasi pari a quella del campanile, si provvedeva ad incendiarla con un panno imbevuto di liquido infiammabile.
Da quel momento in poi, dopo la benedizione da parte del parroco del paese, ci si godeva lo scintillante spettacolo, il crepitio delle canne che bruciavano e la magia del momento. La faglia bruciava così per tutta la notte e il mattino seguente se ne potevano osservare i preziosi resti, che venivano in parte presi e conservati come buon auspicio.

La faglia oggi
Come tutte le tradizioni natalizie (e le tradizioni in genere) anche la faglia di Oratino ha subito dei piccoli cambiamenti nel corso degli anni. Fortunatamente si tratta esclusivamente di cambiamenti tecnici, che non hanno intaccato lo spirito, il profondo significato e l’amore degli oratinesi per questa tradizione che richiama, tra l’altro, moltissimi visitatori da tutta la regione.
Il primo cambiamento riguarda le canne usate per realizzare la faglia: se prima venivano utilizzate solo canne secche oggi, data la difficoltà nel reperirle, bisogna accontentarsi anche di quelle più verdi (tra l’altro più pesanti!), le quali vengono trasportate non più a mano ma con appositi automezzi e depositate in un luogo ormai noto a tutti, all’ingresso del paese.
Il Capofaglia durante la sfilata della faglia, urla più che altro dei ringraziamenti a chi ha messo a disposizione le proprie canne per la buona riuscita dell’evento, mettendo da parte derisioni e sberleffi. Infine, per quanto riguarda l’innalzamento della faglia, si ricorre oggi a corde d’acciaio, indubbiamente più sicure e meno faticose per i giovani oratinesi.
Se per questo Natale 2012 volete dedicarvi alla scoperta delle tradizioni natalizie del Molise, vi consiglio di fare un salto ad Oratino la sera della Vigilia per assistere a questo evento suggestivo e molto particolare. Oltre a farvi ammaliare da un turbinio di fiamme e scintille, avrete anche modo di visitare uno dei borghi più belli d’Italia!

di Sara Carriero
fonte: http://molisiamo.it

 

 

 

 

 

 

 

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